Da alcuni anni è in atto un’informatizzazione  della pubblica amministrazione , lenta ma presente. Questo è assolutamente un bene (era ora! ), tuttavia nel tempo ho dovuto constatare che si stanno sommando una serie di problemi che di anno in anno vanno a creare difficoltà non indifferenti sia ai professionisti che, soprattutto, ai cittadini.

Innanzitutto  ogni ente va un po’ per i fatti suoi, spesso creando una propria piattaforma o software a seconda delle proprie esigenze e dai programmatori del caso. Questo significa che ogni volta che una persona approccia alla pubblica amministrazione virtuale si trova davanti a qualcosa di nuovo e differente, senza poter così utilizzare l’esperienza passata in altre casistiche.

Altra problematica che bisogna superare ogni qualvolta si cerca di risolvere la burocrazia attraverso l’accesso alle piattaforme virtuali è capire QUALE software utilizzare.  Molte volte per arrivare alla stessa soluzione vi sono modalità differenti. Ad esempio per l’invio della dichiarazione è possibile accreditare le proprie credenziali attraverso il PIN INPS, SPID, NOIPA, FISCONLINE, CNS….soluzioni differenti per giungere allo stesso risultato. Tale problematica genera confusione nell’utente e capita di “rimbalzare” da un sito all’altro o da un software all’altro senza risolvere nulla ( un po’ come “rimbalzare” da un sito ad un altro).

Le difficoltà diventano quasi insormontabili quando il problema non è tanto legato alla difficoltà di comprendere quale strumento software si abbia precisamente bisogno, ma quanto piuttosto a capire come mai non funziona. Alcune volte infatti i software della PA richiedono a loro volta dei software di appoggio per poter “girare”. Di simile problematica è l’allineamento degli aggiornamenti rispetto ai software. Molte volte questi sofware di appoggio si aggiornano rapidamente o almeno non ai passi degli stessi software della pubblica amministrazione. Tale fenomeno a volte genera alcuni messaggi di errore, che lasciano decisamente “perplessi”.

Ultima problematica a cui però stanno già provvedendo, è dovuto al fatto che ogni ente ha credenziali differenti…tuttavia con il nuovo sistema sPID dovrebbero aver risolto.

A tutte queste difficoltà non sempre la pubblica amministrazione risponde in maniera corretta. Infatti non sempre lo sportello può sostituire le procedure telematiche (non ha accesso alle procedure telematiche) o magari solo a seguito di ulteriori “scartoffie”, rendendo difficoltoso l’accesso al servizio richiesto dal cittadino e creando una nuova forma di burocrazia: “virtuale“.

Anche se possono sembrare sciocchezze, le conseguenze dei punti precedenti per i professionisti  e molte volte per i cittadini sono la preferenza delle pratiche cartacee rispetto alle virtuali, la preferenza del contatto diretto con lo sportello anziché del proprio monitor e, una risposta non sempre tempestiva delle procedure a causa  dell’assenza di ponti tra il virtuale ed il reale, un anello di giunzione tra le pratiche fatte dai cittadini online e il rapporto allo sportello.

Termino l’articolo con alcuni semplici moniti : è necessario introdurre procedure standard, istituire accordi tra enti previdenziali differenti, unificare la procedure, mantenere i software aggiornati e tanta pazienza da parte di tutti. Se continuiamo così il futuro si configura come una moltitudine di software  disgiunti e distinti tra di loro che magari eliminano il fastidio e la difficoltà create dalla burocrazia, ma ne realizzano una nuova: “virtuale”.