I Buoni Fruttiferi Postali (Ordinari) erano dei titoli molto in voga negli anni 80/90, che garantivano una rendita interessante su una tempistica molto lunga, ovvero 20 e 30 anni. Ad oggi ancora esistenti, stanno presentando alcune problematiche di valore all’incasso.
Come funzionavano?
Il titolo veniva sottoscritto in posta per il valore di capitale versato alla stessa, ad esempio 1.000.000 di Lire, sul retro una tabella indicava i tassi ed esplicitava il conteggio di eventuale rimborso ogni bimestre, su 20 anni. Oltre tale periodo il sottoscrittore poteva decidere se riscuotere la cifra o tenerli ancora in posta fino alla maturazione dei 30 anni (con ulteriori interessi).
Per i primi 20 anni il conteggio degli interessi era bimestrale in capitalizzazione semplice ed ogni anno tale valore capitalizzato (capitalizzazione composta annuale).
Dal 21° in poi si manteneva la capitalizzazione semplice con riferimento il capitale raggiunto a 20 anni.
I titoli non erano tutti uguali, in quanto ne sono stati emessi diverse serie (M,N,O,P, Q….). Ogni serie aveva caratteristiche diverse, in particolare tassi applicati differenti.
Perché è importante verificare l’incasso ad oggi?
Perché alcune decisioni dell’Arbitrato Bancario e una sentenza del Tribunale di Milano ha indicato chiare problematiche legate all’indicazione dei tassi e quindi al conteggio degli interessi.
Ne deriva che ogni qual volta che vi sia un’incongruenza tra quanto indicato sul titolo e quanto effettivamente liquidato, è opportuno fare una verifica sul titolo di cui si è in possesso, al fine di non perdere somme piuttosto ingenti, soprattutto su titoli con tagli più importanti come quelli da 5.000.000 Lire che oggi offrono guadagni di alcune decine di migliaia di Euro.
Ecco alcuni riferimento molto interessanti:
Sentenza 91/2020 Tribunale di Milano
ABF Milano Decisione 17560 Luglio 2019